Lodewijk Meyer (1629-1681), medico e filosofo di Amsterdam, cartesiano secondo i teologi, ateo secondo i cartesiani, "libertijn" per tutti, è l'autore di un saggio sulla filosofia interprete della Scrittura pubblicato quattro anni prima del Trattato Teologico-Politico di Spinoza, suo amico e corrispondente. Contro questo testo, che sarà una fonte di Spinoza, insorgono i principali rappresentanti delle numerose tendenze filosofiche, teologiche e religiose nederlandesi. Ne nasce un dibattito ricco da cui risulta il ruolo giocato dai cartesiani di diverso orientamento nella loro irriducibile opposizione a Meyer. L'Exercitator Pararloxus, come viene designato l'anonimo autore, diviene ben presto obiettivo di quell'odio teologico che di lì a poco sperimenterà Spinoza. Eppure la critica dimentica presto la Philosophia, nonostante l'importanza che essa riveste (con la ventina di refutazioni di cui fu oggetto tra il 1666 ed il1670) nella comprensione del Teologico-Politico e della sua recezione. Tornando ai testi ed agli autori e ricostruendo i dibattiti dell'epoca, con in prima fila i professori universitari, questa ricerca - consistente in un commento analitico dell'opera ed in un esame dettagliato delle reazioni ad essa - fornisce uno strumento per orientarsi: sia rispetto alla terminologia filosofico-teologica del XVII secolo sia rispetto alla definizione ed alle relazioni reciproche (e nei confronti delle diverse tradizioni) delle prime correnti della nova philosophia. Il tutto tenendo sullo sfondo gli sviluppi che essa subirà durante il Secolo dei Lumi.

Roberto Bordoli (Milano 1960),dottore di ricerca in Filosofia, ha studiato presso l'Università degli Studi di Milano. Argomenti delle sue ricerche sono il milieu spinoziano di Amsterdam, i rapporti tra cartesianesimo, spinozismo e teologie cristiane e la fortuna di questi temi nel Settecento tedesco. Ha curato la traduzione italiana delle biografie di Spinoza e sta preparandola traduzione della corrispondenza tra Descartes ed Henricus Regius.